DRESDA: Diluvio
E se vi dicessi che quello che vi apprestate ad ascoltare è uno dei migliori album strumentali del 2012? E se rincarassi la dose specificando che loro sono italiani e suonano forse il post rock più emozionante tra le proposte attualmente in circolazione? Ok, forse ho esagerato, ma un universo complesso come quelo di Mogwai e Goodspeed You! Black Emperor ritrova nella musica dei Dresda il suo lato conturbante e nascosto, come una razza in via di estinzione che si scopre improvvisamente forte e ancora in grado di lottare.
"Diluvio" è tutto questo e molto altro. La seconda fatica in studio del quintetto genovese (più che fatica 35 minuti di colata incandescendente) racchiude in sé le principali caratteristiche che lo identificano come prodotto spettacolare e sublime, dal punto di vista tecnico nell'incredibile simbiosi con la strumentazione musicale, compositivo nel modo di approcciarsi a lunghissime suite trasformate in veri e propri walzer ai confine tra purgatorio e inferno (ascoltatevi l'apertura di "Piccoli Ricordi" e fatemi sapere).
In un processo di evoluzione e dischiusione musicale, brani quali "Fili Spezzati" e "Le Strade all'Alba" diventano le nuove coordinate del post rock tricolore, quello abile ad intrufolarsi nei meandri del'ambient elettronica per esplodere in arpeggi distorti, liberatori e catartici ("Che Tu Sia Per Me Il Coltello" ha un finale da pelle d'oca).
Il canto del cigno del post rock italiano? Dalla processione di archi e pianoforte della title track sembrerebbe proprio di sì. Per adesso godiamocelo in anteprima streaming e in contemporanea su The Breakfast Jumpers, Dance Like Shaquille O’Neal, Shiver, Let Love Grow, Acidi Viola, Stordisco e, naturalmente, Osservatori Esterni.
Voto: 7,5
Info:
Marsiglia Records, Asiluum Net Label, Dissenso Records, 2012
Post rock
Contatti: www.dresda.org
Tracklist:
1. Piccoli ricordi
2. Le strade all’alba
3. Che tu sia per me il coltello
4. Fili spezzati
5. Diluvio